Vaccino

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Questa pratica, chiamata anche vaccinazione o vaccinoprofilassi, è in grado di sfruttare la memoria del sistema immunitario (linfociti - T memoria), consentendo al corpo di sviluppare un sistema di difesa (anticorpi) contro un batterio, un virus o altro microrganismo ancora prima di venire a contatto con esso.

Tipi di vaccini[modifica | modifica sorgente]

  • organismi attenuati, come i vaccini per la poliomielite di Sabin, febbre gialla, morbillo, parotite, rosolia, varicella, rotavirus e vaiolo.
  • organismi inattivati o uccisi, come i vaccini per la rabbia, l'antipoliomielite di Salk, antinfluenzali, pertosse, colera, epatite A, febbre tifoide e peste;
  • antigeni purificati (o vaccini a subunità), come i vaccini (costituiti da anatossine) contro il tetano o la difterite;
  • antigeni ricombinanti e peptidi sintetici, come il vaccino contro l'epatite B; vaccini a DNA;
  • miscele adiuvanti e carriers proteici coniugati agli antigeni che consentono una maggiore risposta immunitaria e vengono spesso utilizzate nei vaccini contenenti antigeni polisaccaridici (più difficili da riconoscere per i linfociti) quali quelli contro meningococchi, pneumococchi ed Haemophilus influenzae di tipo B. Gli adiuvanti sono spesso inseriti anche nei vaccini antinfluenzali.

Storia del vaccino[modifica | modifica sorgente]

La storia dei vaccini inizia nell'anno 1796 con il medico di campagna Edward Jenner che volle scoprire come alcuni contadini inglesi che avevano contratto la malattia del vaiolo bovino non si ammalavano della variante del vaiolo umano.

In effetti il dottor Edward osservò che le donne addette alla mungitura delle vacche contraevano più spesso il vaiolo bovino (che non era mortale) ma raramente il vaiolo umano; ipotizzò quindi che il vaiolo bovino provocasse nell'organismo una difesa utile anche contro il vaiolo umano.

Decise quindi di sperimentare questa sua ipotesi su un bambino di otto anni provando ad iniettarli un po' di liquido prelevato da una pustola sulla mano di una mungitrice affetta da vaiolo bovino; dopo alcuni mesi iniettò nello stesso bambino il virus del vaiolo umano e come sperato il bambino non si ammalò. Il medico ebbe così la conferma definitiva che la sua ipotesi era corretta.

Oggi questo metodo viene chiamato "vaccinazione" dal termine "vaccino" che dal latino indica il vaiolo bovino.

Si è capito che somministrando una piccola quantità di virus si fanno insorgere i sintomi della malattia stimolando così il corpo a difendersi e a guarire; per questo motivo i vaccini negli anni hanno sconfitto molte epidemie anche mortali e sono ritenuti indispensabili per tutta la comunità mondiale.

Come si creano i vaccini[modifica | modifica sorgente]

I vaccini sono "costruiti" in laboratorio partendo da microrganismi che devono essere in grado di stimolare il sistema immunitario dell'uomo; dopo molti studi si passa ai test sull'essere umano inizialmente limitandosi a pochi soggetti e successivamente se tutto funziona a molte migliaia di persone; se i risultati sono positivi i vaccini possono essere considerati sicuri e autorizzati per il loro utilizzo sanitario. Fortunatamente in Occidente molti vaccini non sono più necessari a causa delle migliorate condizione igieniche che purtroppo non sono le stesse in molte altre parti del mondo.

Studi[modifica | modifica sorgente]

la bambina neozelandese Charlotte Cleverley-Bisman, colpita all'età di sei mesi da un'infezione meningococcica. A causa di tale infezione rischiò la vita e dovette subire l'amputazione di tutti gli arti. La bambina era ancora troppo piccola per essere vaccinata, ma un'adeguata copertura vaccinale da parte della popolazione avrebbe potuto evitarle tale destino tramite l'immunità di gregge.

Centinaia di studi compiuti nel corso dei decenni hanno dimostrato la grande sicurezza dei vaccini, ed hanno confutato sulla base dell'evidenza scientifica le controversie pseudoscientifiche relative ai loro ipotetici effetti collaterali.

La American Academy of Pediatrics (Accademia Americana di Pediatria) ha raccolto, in un documento pubblicato nell'aprile 2013, 45 importanti studi scientifici internazionali sulla sicurezza dei vaccini.

In tali studi è stata dimostrata chiaramente la mancanza di correlazione tra la somministrazione dei vaccini e lo sviluppo di autismo, e che le probabilità di sviluppare una forma di autismo non sono correlate ad una somministrazione maggiore degli antigeni presenti nel vaccino.

La comparazione fra bambini vaccinati nei tempi consigliati dal calendario vaccinale ed i bambini vaccinati fuori da questi periodi di tempo ha dimostrato che non c'è nessun beneficio nel ritardare la vaccinazione e che vaccinare i bambini nel periodo previsto non porta rischi di reazioni avverse, nemmeno nei bambini con problemi congeniti nel metabolismo.

Inoltre, è stato dimostrato che le vaccinazioni non portano ad un aumento del rischio di convulsioni febbrili nelle 6 settimane successive alla vaccinazione e, per quanto riguarda il vaccino trivalente, è stata ripetutamente smentita l'ipotesi che questo vaccino potesse causare un disturbo pervasivo dello sviluppo, malattie infiammatorie croniche intestinali, encefaliti, meningiti asettiche o autismo.

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]