Torio
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Torio | |
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Dati fisico/chimici | |
Attinio ← Torio → Protoattinio
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Numero atomico | 90 |
Simbolo | Th |
Temperatura di fusione | 1 750 °C |
Temperatura di ebollizione | 4 787 °C |
Anno della scoperta | 1828 |
Scopritore | Jöns Jacob Berzelius |
Il torio è l'elemento chimico con numero atomico 90. Il suo simbolo è Th. È un metallo radioattivo della famiglia degli Attinoidi.
Storia[modifica | modifica sorgente]
Fu identificato nel 1815 dal chimico svedese Jöns Jacob Berzelius, che lo chiamò come il Dio norreno Thor
Utilizzi[modifica | modifica sorgente]
- Viene usato per le reticelle delle lanterne a gas portatili.
- Con le leghe di Magnesio conferisce grande durezza e resistenza alle temperature.
- Si utilizza anche per rivestire i fili di Tungsteno nei catodi a riscaldamento diretto.
- Si utilizza in lega con Tungsteno per la realizzazione di elettrodi per la saldatura ad arco in gas inerte (TIG).
- Oggi non è utilizzato in ambito nucleare ma potrebbe essere utilizzato come combustibile nucleare dopo essere stato irradiato con neutroni che lo trasmutano in Uranio (per la precisione Uranio 233). Molti scienziati (tra cui il premio Nobel Carlo Rubbia) ritengono che sarà il principale combustibile delle future centrali nucleari di IV generazione perché più disponibile dell'Uranio e produce meno scorie radioattive che inoltre riducono la loro radioattività in tempi molto più brevi delle scorie generate dagli attuali reattori nucleari funzionanti con Uranio. I primi reattori sperimentali a Torio furono realizzati con successo all'ONRL in America negli anni '60.
Disponibilità[modifica | modifica sorgente]
Si trova in piccoli giacimenti soprattutto nelle rocce e nei suoli, è comune quanto il piombo e si stima almeno quattro volte più abbondante dell' Uranio
Giacimenti in Italia[modifica | modifica sorgente]
In Italia ci sono abbondanti giacimenti di Torio soprattutto nel Lazio, in confine tra la Svizzera e la Valle d'Aosta e sull'Etna