Peste nera

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Con il nome di peste nera si indica una malattia infettiva nota per aver provocato molte morti in tutta Europa a partire dal 1347 fino all'epoca moderna. Il batterio della peste (Yersinia Pestis) fu isolato da un batteriologo di nome Alexandre Yersin a Hong Kong nel 1894 durante una delle ultime epidemie di questa malattia. I sintomi della peste sono: febbre elevata, mal di testa, nausea, vomito, formazione bubboni e di tumefazioni scure (da cui il nome nera). Se non curata spesso porta alla morte in pochi giorni. Solitamente si manifesta in tre possibili forme: peste polmonare, bubbonica o setticemica, a seconda degli organi che vengono infettati.

Ratto comune
Pulce del ratto
Immagine al microscopio del batterio della peste

L'ospite più comune per il batterio della peste è il ratto e può essere trasmessa all'uomo attraverso il morso delle pulci. Oggi la peste può essere curata con terapie antibiotiche, tuttavia ai giorni nostri i casi di peste sono molto rari grazie al miglioramento delle pratiche igieniche.







La diffusione della peste in Europa[modifica | modifica sorgente]

A partire dal 1347 la peste si diffuse in sud Europa probabilmente a causa di alcune navi di mercanti che giunsero dall'Asia; nel 1348 si era diffusa in tutta Italia. Colpì la Spagna orientale, si propagò in Grecia e a Costantinopoli. Nel 1349 raggiunse il sud Britannia, nel 1350 la Norvegia e parte della Scandinavia. Nel 1353 tutta l'Europa era colpita da questa tremenda epidemia che uccise più della metà della popolazione del tempo. Le uniche eccezioni furono Milano e la Polonia grazie alle politiche dei governanti che chiusero i confini per limitare la diffusione del contagio. Altre misure importati furono l'istituzione di Lazzeretti (ospedali) e di periodi di quarantena per chi arrivava da fuori città. I medici, per proteggersi, iniziarono ad indossare maschere a becco riempite di spezie e profumi che si credeva impedissero il contagio. Epidemie di peste più contenute si ripresentarono durante il XVII e IXX secolo.

Diffusione della peste nel XIV secolo











Percezione della peste nel Medioevo[modifica | modifica sorgente]

Nel medioevo si pensava che la peste fosse una punizione di Dio. I cristiani vissero l'epidemia in modo personale, ritenendo la peste un castigo per i propri peccati. Nacquero così numerosi ordini penitenti (flagellanti) che con digiuni, preghiere e penitenze varie chiedevano perdono a Dio.

Raffigurazione di due flagellanti

L'autorità ecclesiastica e civile entrò in crisi rapidamente a causa dell'inefficacia delle misure prese per fermare il contagio. A soffrire maggiormente di questa perdita di autorità fu chi si trovava ai margini della società medievale, come gli ebrei che in alcuni casi furono perseguitati perché creduti portatori della malattia. I musulmani furono portati ad accettare la malattia con rassegnazione e umiltà, arrivando a considerarla un dono che avrebbe consentito alle vittime di entrare immediatamente nella Janna, il paradiso musulmano, come se fossero morti in guerra santa.

In alcuni casi la peste venne usata come “arma”: i cadaveri potevano essere usati per avvelenare pozzi dei nemici o potevano essere lanciati all'interno delle mura di una città assediata.


Influenza nell'arte e in altri campi[modifica | modifica sorgente]

La peste nera influenzò pesantemente l'arte medievale: l'arte figurativa fu forse quella che ne risentì maggiormente assumendo come tema principale quello della morte e della sofferenza, uno dei temi ricorrenti della pittura medievale divennero le “Danze Macabre” ovvero scene dove gli uomini ballavano assiemi agli scheletri e alla personificazione della morte stessa.

Particolare di un affresco raffigurante una DANZA MACABRA

La peste entra anche nella lettura italiana, prima nel Decameron di Giovanni Boccaccio e poi nei Promessi Sposi dove il Manzoni decide di ambientare il suo romanzo durante un'epidemia di peste del XVII secolo. L'influenza della peste è arrivata fino a giorni nostri: il cantautore italiano Angelo Branduardi ha omaggiato le Danze Macabre con il suo “Ballo in fa diesis minore”. Il regista Bergman tratta della peste nera nel film il Settimo Sigillo dove un cavaliere cerca di ritardare la sua fine sfidando la Morte ad una partita a scacchi

Particolare di un affresco in cui la Morte gioca a scacchi. questa immagine ispirò il regista del Settimo Sigillo

Alla Peste Nera è ispirato anche un gioco da tavola intitolato “1347”.




Riferimenti[modifica | modifica sorgente]