Litio

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Litio
Aspetto dell'elemento
Litio allo stato solido
Dati fisico/chimici
Elio ← Litio → Berillio
Numero atomico 3
Simbolo Li
Temperatura di fusione 180,54 °C
Temperatura di ebollizione 1 342 °C
Anno della scoperta 1817
Scopritore Johan August Arfwedson


Il litio è l'elemento chimico che ha simbolo Li e numero atomico 3. È un metallo alcalino ed è il primo elemento del primo gruppo della tavola periodica. Il suo nome deriva dal greco lithos che significa pietra e fu scoperto nel 1817 da J. A. Arfwedson nella pedalite, un silicato di litio e alluminio.

Caratteristiche fisiche[modifica | modifica sorgente]

  • È un metallo grigiastro (bianco-argento), solido, pastoso e a temperatura ambiente è il più leggero fra tutti gli elementi solidi
  • La temperatura di fusione è 180,54 °C
  • La temperatura di ebollizione è 1342 °C
  • La densità a 20 °C è 0,53 g/cm³

Caratteristiche chimiche[modifica | modifica sorgente]

Viene conservato sotto petrolio o olio di paraffina perché in presenza di aria umida reagisce e sulla sua superficie si forma un rivestimento giallastro di ossido e nitruro.

Dove si trova in natura[modifica | modifica sorgente]

Il litio non è presente in natura allo stato elementare, ma combinato con altri elementi. È presente in alcuni silicati (come ad esempio lo spodumene), nelle acque marine e in alcune acque minerali (alle quali conferisce proprietà diuretiche), nelle ceneri di molte piante e in diversi materiali.

Usi[modifica | modifica sorgente]

Trova impiego nell'industria metallurgica e nelle industrie ceramiche e del vetro. È utilizzato per la produzione di smalti, batterie, grassi e lubrificanti, fuochi artificio. In campo farmacologico, il litio in forma di sali è utilizzato nella terapia delle sindromi depressive.

Sicurezza[modifica | modifica sorgente]

È altamente infiammabile, esplosivo a contatto con aria, corrosivo.

Note[modifica | modifica sorgente]

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

  • Alberto Bargellini, Chimica Società Ambiente, Milano, Carlo Signorelli Editore, 1998, ISBN 88-434-0226-9.
  • Hans Breuer, Atlante di Chimica, Munchen, Hoepli, 1996, ISBN 88-203-1971-3

Vedi anche[modifica | modifica sorgente]

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]