Aurora polare

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Aurora boreale

L'aurora polare è un fenomeno ottico dell'atmosfera terrestre causato dall'interazione del vento solare con la ionosfera. L'aurora polare prende il nome dall'emisfero in cui si verifica: Se nell'emisfero nord è boreale, se in quello sud è australe.

Caratteristiche[modifica | modifica sorgente]

Aurora australe dal satellite della NASA

L'aurora boreale è caratterizzata da fasce colorate con tre colori fondamentali ossia: rosso, verde e azzurro, che insieme vengono chiamati archi aurorali. L'aurora polare e visibile soprattutto vicino ai poli, come in Scozia, ma anche il molte zone vicino alla penisola scandinava. L'aurora polare è uno dei più bei fenomeni che si possono osservare in natura.

Origine[modifica | modifica sorgente]

Aurora boreale o polare in Norvegia

Il primo a tentare un’analisi scientifica fu Galileo Galilei, che dette al fenomeno il nome che conosciamo, ma solo nel XIX secolo il fisico norvegese Kristian Birkeland fornì la prima spiegazione. Nonostante lo studio fosse supportato da molte ipotesi scientifiche, gli scienziati stentarono a credere Birkeland e solo nel 1960 grazie ai satelliti la teoria fu confermata.

Aspetto[modifica | modifica sorgente]

L'aurora polare si trova a 100 km sopra la superficie terrestre. Gli archi dell'aurora possono essere sottili anche 100 m pur estendendosi dalla linea che separa il cielo dalla terra a orizzonte. Solo dopo mezzanotte l'aurora può prendere una forma a macchie.

I posti in cui si può ammirare l'aurora polare sono:

Scoperta[modifica | modifica sorgente]

Fino alla metà del XIX secolo, gli scienziati pensavano che quelle strane luci colorate, che nei mesi invernali, spesso, riempivano i cieli, fossero i riflessi dei raggi del Sole su enormi iceberg galleggianti negli oceani polari. Oppure che fossero dei lampi. Finché, il 28 agosto del 1859, l'astronomo inglese Richard Christopher Carrington capì che il fenomeno era legato all'attività del Sole.