Apartheid

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Nella lingua africana la parola apartheid ha il significato letterale di "separazione", per indicare appunto la divisione creata tra la razza bianca e quella nera. L’ideologia che ha fondato il sistema dell'apartheid è stata introdotta dai primi ministri Daniel Francois Malan, Johannes Gerhrdus Strjdom ed Hendrik Francsh Verwoerd. Tale politica di discriminazione razziale, che si diffuse in Sudafrica a partire dal 1948, venne racchiusa in apposite leggi, denominate "leggi dell’apartheid", nelle quali si stabiliva una netta distinzione della popolazione in tre gruppi razziali principali: bianco, nero africano e "coloured", cioè appartenente ad una razza mista. Le leggi dell’apartheid discriminavano l'accesso al lavoro in base all'appartenenza razziale, vietavano i matrimoni tra persone di razze diverse, istituivano veri e propri "ghetti" (chiamati bautustan) in cui veniva relegata la popolazione nera, che in questo modo era sottoposta ad un forte controllo da parte del Governo. Chiunque si opponeva al sistema dell’apartheid così strutturato incappava in conseguenze penali. I neri venivano deportati con la forza nelle cosiddette "homeland del sud", costretti a lasciare le loro case e gli affetti, senza godere di alcun tipo di diritto.

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